Quante volte hai notato in tuo figlio un atteggiamento strano ma di cui non ha voluto parlarne in casa? Quante volte hai capito che avesse un problema ma senza riuscire a farti raccontare?
Sicuramente avrai provato una sensazione di disagio e di dispiacere, oltre al fatto di esserti sentito inerme, vero? Probabilmente avrai pensato “Perché mio figlio non me ne vuole parlare?
Ecco, ora vogliamo dirti quali sono i 3 punti su cui devi focalizzarti maggiormente in questi casi:
- Non vedere il problema ma la sua soluzione: quando i figli non parlano dei loro problemi ai genitori vuol dire che molto spesso hanno paura che quel problema possa diventare ancora più grande se raccontato in casa o che magari possa essere la causa di giudizi negativi. Hai presente il fastidio che si prova quando qualcuno ti “punta il dito” contro? E’ probabile che tuo figlio non voglia vivere quel momento. Il primo passo che devi compiere quindi è trasmettergli il messaggio che quel problema non sia un problema bensì un’occasione per trovare una soluzione.
- Ogni problema ha una natura emotiva: i problemi dei figli, ma anche quelli di tutti gli esseri umani, hanno una natura emotiva legata alla loro età. Ad esempio per gli adolescenti può essere un problema prendere un brutto voto a scuola, oppure avere le prime relazioni d’amore o ancora avere alcune incomprensioni con alcuni coetanei. Su questo è importante che tu vesta i panni di un allenatore emotivo per fare in modo che tuo figlio esponga la sua situazione e la sua incertezza. Il tuo obiettivo è riuscire a comprendere quali siano le sue sensazioni e le sue emozioni in merito a quel problema.
- Non demandare la soluzione ad altre figure: per un figlio, quale figura educativa può essere migliore di un genitore? Se pensi che l’unica soluzione giusta per far parlare tuo figlio del suo problema sia farlo dialogare con un’altra figura che non sia quella dei genitori, allora vuol dire in qualche modo ammettere che da parte sua la fiducia nei genitori è venuta a mancare.
Quando ti trovi davanti a questa situazione, non devi concentrarti su quale soluzione dare a tuo figlio, nemmeno qualora lui dovesse chiedertela in modo esplicito. Il tuo scopo a quel punto è quello di portarlo alla soluzione attraverso una serie di domande mirate. Sarà lui stesso infatti a trovare il modo migliore per lui per venirne a capo.
Come fare ciò è chiaramente un aspetto che noi insegniamo durante i nostri corsi di gruppo e individuali.
Buona Vita,
Il Team di WeFamily
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